
I bombardamenti su Cagliari iniziarono il 21 gennaio 1943, quando gli inglesi colpirono l'aeroporto di Elmas, causando danni agli hangar.
Il 7 febbraio le forze statunitensi fecero un giro di esplorazione e sorvolarono il territorio sardo e il 17 febbraio Cagliari venne quasi completamente bombardata, poiché ritenuta una minaccia, rimasero vittime 416 cagliaritani.
I centocinque aerei statunitensi giunsero in città verso le 14:10 bombardando con lo spezzonamento: le bombe lanciate dagli aerei esplodevano ad un metro da terra rilasciando pezzi di metallo che si scagliavano su tutto ciò che incontravano seminando morte e distruzione.
Le zone di via Nuoro, Viale Bonaria e Viale Diaz e la zona davanti a San Michele furono devastate.
Questo primo attacco durò circa 30 minuti causando la morte di 97 persone.
I successivi bombardamenti avvennero il 26 febbraio alle ore 15:30, una ventina di aerei B-17 statunitensi arrivarono in città da Capo Carbonara che con cinquanta tonnellate di bombe distrussero i quartieri di Bonaria, Castello e Stampace e cosa ben più importante gli edifici che avevano un valore storico-culturale, come la torre dell'Elefante, le chiese di San Giuseppe e Sant'Anna, il Palazzo di Valdès, il Palazzo di Vivanet e il Teatro Civico.
Due giorni dopo i bombardamenti continuarono, e furono sganciate 538 bombe per 123 tonnellate di esplosivo che colpirono il mercato cittadino, il Palazzo di Villamarina e la stazione ferroviaria di Via Roma e si verificarono centinaia di morti, tra cui cittadini e ferrovieri.
Gli ultimi bombardamenti aerei avvennero la mattina del 31marzo: vennero bombardati il porto e l'aeroporto di Decimomannu e gli abitati di Monserrato e Villacidro.
Il 13 maggio, tra le 13:35 e le 14:45 e successivamente tra le 22:50 e le 23:07, una flotta di circa duecento bombardieri rase al suolo Cagliari rendendola un cumulo di macerie.
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