Le bombe su Cagliari, sotto i riflettori

Pubblicato il 3 dicembre 2024 alle ore 15:47

Una città distrutta dalle bombe e tante vite spezzate. Si presentava così Cagliari nel 1943, quando i bombardieri americani B/17, chiamati le fortezze volanti, sganciarono sul capoluogo sardo migliaia di bombe devastanti. È questo il tema dello spettacolo intitolato “Da dove arrivano le bombe”, liberamente tratto dall’opera di Emilio Lussu "Marcia su Roma e dintorni", andato in scena al Teatro Massimo. Sul palco viene raccontata la storia della nascita del fascismo e la sua evoluzione in un’Italia che poi si ritrovò sommersa dalle macerie della guerra. A fianco alla grande storia, gli attori di Cada Die teatro (loro la produzione e la realizzazione) hanno raccontato micro storie di chi all’epoca vide una città soccombere con gli occhi di un bambino. 

Il racconto mostra le immagini dei rifugi storici della città, come i Giardini Pubblici e la cripta di S. Restituta, del porto in fiamme e della città che scompare in un attimo: dove c’erano case, ora c'è solo il vuoto, con calcinacci e macerie, qualche muro rimasto come un dente rotto in una bocca malata.

Vedere questo spettacolo colpisce veramente nel profondo. La storia che racconta è molto intensa e toccante, unisce la storia della nascita del fascismo con le devastazioni dei bombardamenti su Cagliari nel 1943. Le storie dei bambini che hanno vissuto quegli eventi sono raccontate con grande delicatezza, ma aggiungendo anche dettagli in alcuni casi forti e “crudi”, e questo rende ancora più forte il messaggio di dolore.

Lo spettacolo riesce a mostrare in modo definito come la guerra distrugga tutto, non solo le città, ma anche le vite delle persone. Le immagini della città distrutta, dei rifugi e delle macerie sono davvero forti, e la scenografia e le luci creano un'atmosfera molto coinvolgente, che ti fa sentire parte di quella tragedia.

Questo spettacolo non parla solo del passato, ma fa riflettere anche sulle guerre di oggi, su come la violenza e la distruzione non abbiano mai fine. È un'esperienza che consiglio a tutti, perché ti lascia dentro un'emozione profonda e ti fa pensare alla pace e alla memoria.

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